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COLLE di TENDA – COLLE LANGAN

18 luglio 2001

“Una giornata così non si dimentica”

di Claudio Napoletano

Quante volte, Antonio? Quante volte ti hanno dato del matto? E ci riprovi ancora. Antonio è il nostro pigmalione, quello che, spinto dalla sua inesauribile fantasia, giunge regolarmente a proporre al gruppo almeno una follia estiva all’anno. In mountain-bike. In fondo un weekend sacrificato alla specialissima non è un delitto. Meritava questa traversata che ci è costata tanto sudore. Dal Colle di Tenda al Colle Langan, anzi a Bordighera, dall’amico Giorgio Gozzi.

Una avventura tanto attesa sui crinali delle Alpi Marittime, tra Italia e Francia, un affascinante viaggio cicloturistico sulle tracce del passato, su un percorso che tanti sognano ma pochi osano. Sette avventurosi si sono così presentati a Limonetto, poco a monte di Limone Piemonte. In sella: Simone Bianchi, Luigi Capellani, Arturo Crippa, Alberto Ferraris, Antonio Maiocchi, ed il sottoscritto. Un biker s’avvicina: “Dove andate?”. “Al mare?. “In quanti giorni”. “Pensiamo di arrivare per le 17,30, massimo per le 18”. “O siete matti o supermen. La strada è micidiale: regolatevi”.

Lasciamo il Colle di Tenda fiduciosi. Forse un po’ incoscienti. E’ un po’ tardi, sono le 10,30, avremmo dovuto muoverci prima. L’avvio è agevole, la pendenza modesta, arriviamo al primo valico, il Passo delle Cannelle (1885 metri), posto anch’esso, come il Colle di Tenda, sul confine italo-francese. La strada si biforca: si tiene la sinistra, procedendo in territorio italiano e affrontando la ripida salita per la Sella Campanino (2142), quindi, sempre mantenendosi al di sotto dello spartiacque, si raggiunge nuovamente il confine al Colle della Perla (km. 6,5, m. 2082), da dove si aprono avvincenti viste retrospettive.

La serie dei passi continua con il Colle della Boaría (km. 8,2, m. 2102), superato il quale la strada corre sul versante francese verso la testa del Circo di Malabera. Sfiorata la Colla Piana (2219) piega verso Est ed affronta l’audace e tortuosa discesa, con curve strette ed esposte, verso il Colle dei Signori (2112), poi transita dal Colle delle Selle Vecchie (km. 19,5, m. 2097) e perviene quindi al Passo della Porta (1819). Dopo tre ore e mezza abbiamo percorso soli 29 chilometri. Iniziano i primi tronconi all’ombra dei lussureggiante Bosco delle Navette, ricco di larici e di rododendri, su fondo in terra battuta. Qui si trova, finalmente, una delle pochissime opportunità di rifornimento idrico. Circa un chilometro e mezzo dopo il Passo della Porta (km. 30) si svolta a destra percorrendo una strada a tornanti che sale sino ad incrociare quella del Monte Saccarello. Al bivio si tiene la sinistra e attraverso il Passo Basera (2036) si sale sino al Passo Saccarello (214S) dominato dalla statua del Redentore, la quota massima dell’itinerario, dove la mulattiera termina. Occorre ritornare in discesa al bivio precedente, oltre Passo Basera, e questa volta puntare verso il Passo Tanarello (2042). Inizia, qui, in territorio italiano, una discesa veramente micidiale, impossibile da percorrere in bicicletta, se, non per brevissimi tratti: occorre destreggiarti tra pietrame di grossa taglia, solcato da profondi canali di scolo. E’ un gran ballo sui sassi, un esercizio a metà tra la mountain-bike ed il trakking. Sui ripidissimi versanti la mulattiera corre esposta e perde oltre 500 metri di quota, sino a giungere al Passo di Collardente (km. 43, m. 1601). Dopo la Bassa di Sanson (km. 46,5, m. 1685), alla quale giungiamo alle 17,35, presso la quale si nota un ricovero militare semidistrutto, i panorami si fanno straordinari. La strada si snoda lungo la linea di confine e al termine di un impegnativa salita raggiunge la Porta Bertrand (km. 50, m. 1961), da dove, inizia una spettacolare discesa con lunghi tornanti in un ambiente selvaggio. La strada è rovinata, ma si riesce a rimanere in sella per lunghi tratti.

E’ tardi, sono le 19 quando raggiungiamo la Colla Melosa (km 56, m. 1540), qui ritroviamo l’asfalto ed ora scendiamo spediti lungo la strada del Monte Ceppo. L’infilata di colli non è però finita: restano, in discesa, la Belenda (1353), la Binelli (1236), la Colletta Langan (1138) e, infine, la Colla Langan (km.66,5, m. 1127). Restano 36 chilometri per raggiungere Bordighera: i primi 14 sono in discesa ed allora la velocità è elevata, ma dopo Pigna occorre spingere sui pedali. Arriviamo in albergo, alle 21 in punto dopo 103 chilometri di avventure, stanchi ma soddisfatti per aver trascorso una giornata indimenticabile, coronata dalla conquista di 19 passi, otto dei quali oltre i 2000 metri!

E’ un grande itinerario questo, se affrontato con un buon grado di allenamento e con la capacità di distribuire le energie fisiche, è alla portata di molti, è opportuno montare in sella di primo mattino per disporre di un maggior numero di ore. Non vi sono difficoltà di orientamento e la gioia di pedalare tra i passi desolati spazzati dal vento e gli aspri silenzi alpini è veramente indescrivibile.