MICHELE SCARPONI

L’avevamo conosciuto da vicino durante la Crociera della Gazzetta dell’ottobre 2014, in cui era l’ospite d’onore: Michele Scarponi, scalatore rapace – era soprannominato “L’Aquila di Filottrano” – ma anche specialista delle corse a tappe, a quel tempo era in forza all’Astana, reduce da una brillante stagione, soprattutto per il fondamentale aiuto dato a Vincenzo Nibali in occasione della sua vittoria al Tour. Ed era stato un compagno di vacanza davvero speciale, allegro, disponibile, sempre pronto alla battuta. Durante le uscite non aveva mai lesinato aiuto, morale, ma anche materiale – lo testimoniano molte foto – nei confronti di qualche compagno in difficoltà, arrivando addirittura a far compagnia al gruppo dei “meno forti” in occasione della tappa siciliana. Nei momenti trascorsi sulla nave l’abbiamo quasi sempre visto circondato dai suoi familiari, in particolare affaccendato a badare ai suoi due gemellini, i quali, già a poco più di un anno di vita, tradiscono la totale somiglianza con il padre, da tanto argento vivo che hanno addosso.

Purtroppo questa favola non ha un lieto fine, perché Michele ci ha lasciati prematuramente un triste giorno di aprile del 2017. Investito da un furgone mentre si stava allenando sulle strade di casa, a Filottrano, in preparazione all’imminente Giro d’Italia, è spirato fra le braccia della moglie Anna, lasciando un grande vuoto in tutti noi.

Ma chi era Michele Scarponi? Nato gregario e diventato campione. Ecco la bella favola di uno sgobbone marchigiano che ha costruito la sua fulgida carriera a suon di umiltà e forza di volontà. S’è fatto largo a colpi d’ala nei nidi d’alta quota fino a conquistarsi quel soprannome che gli rende onore, e ha sgomitato con campioni e supercampioni sino a vincere un Giro d’Italia, anche se alla fine dell’ultima tappa della corsa rosa, nel 2011, non ebbe la libidine di salire sul gradino più alto del podio, preceduto da quel Contador squalificato poi per positività al clenbuterolo e quindi costretto a cedergli il successo. Un successo tavolino che comunque non toglie prestigio e merito all’impresa dell’ammirevole marchigiano, che quell’anno ebbe la meglio addirittura su Vincenzo Nibali, lasciato un gradino sotto.

Scarponi aveva iniziato come gregario di Cipollini, nel 2002, benché avesse già al suo attivo una maglia tricolore, quella degli juniores, conquistata nel 1997. Non ebbe grande fortuna nei primi anni di professionismo e nemmeno il trasferimento in Spagna, alla Liberty Seguros, gli spianò la strada verso il successo, ma anzi gli complicò un po’ la vita con un coinvolgimento nella nota Operaciòn Puerto. La svolta nel 2009, con la brillante vittoria alla Tirreno-Adriatico e ben due successi parziali al Giro d’Italia. Coriaceo, mai domo, un autentico mastino, si specializza nelle gare di tre settimane. L’appuntamento principale del suo calendario diventa il Giro. Lo conclude quattro volte tra i primi cinque: al successo a tavolino del 2011 può aggiungere i quarti posti del 2010, del ’12 e del ’13.

Altre due perle al Giro di Catalogna (2011), anche questo vinto a posteriori dopo la squalifica di Contador, e al Giro del Trentino (2011), davanti al portoghese Machado, oltre a un bel secondo posto al Giro di Lombardia del 2010, preceduto dallo scatenato Philippe Gilbert. E poi ancora la vittoria al Gran Premio Costa degli Etruschi del 2013. L’ultimo suo successo è stato al Tour of des Alps, quando si è imposto nella prima tappa, vestendo anche la maglia di capoclassifica, poche settimane prima dell’incidente in cui ha perso la vita.

Il suo ricordo è sempre vivo in tutti noi e la sua memoria viene oggi celebrata anche dalla Fondazione che ha preso il suo nome: è guidata dal fratello Marco, che si batte quotidianamente a favore della sicurezza dei ciclisti, che ogni giorno rischiano la vita sulle strade. Ma noi siamo sicuri che da lassù Michele farà di tutto per proteggerci.