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CAMMINO DI SANTIAGO

13/22 Aprile 2007

di Antonio Maiocchi

E’ l’alba di venerdì 13 aprile 2007 (giorno del mio compleanno) quando con Alberto Berti, Luigi Capellani, Enrico Mariani, e Angelo Parolini iniziamo la nostra avventura, in viaggio da Milano con il pulmino sino a PAU (Francia), dove arriviamo alle ore 20,00 dopo 1.000 km. circa e ci sistemiamo per la notte. Il viaggio è stato piacevole ma il tempo dopo Cannes si è guastato ed è incominciato a piovere, pioverà tutta notte.

Sabato 14 aprile, 1ª tappa km. 74 Saint Jean Pied de Port – Pamplona

Ahi, ahi, la sveglia è brutta, piove e il morale non è certamente alto. Raggiungiamo Saint Jean Pied de Port, dove arriviamo alle ore 10,30. Non piove più, anche se il cielo e molto nuvoloso. L’agitazione aumenta per la voglia di intraprendere il nostro Cammino. Una volta ritirata la “credential” alla Casa del Pellegrino, prepariamo le bici e, dopo la foto di rito sotto il cartello di Saint Jean Pied de Port, alle ore 11,45 partiamo supportati da Enrico, che guida il pulmino con i nostri bagagli. Pronti via ed è subito salita. Regolare ma continua. Mentre saliamo incontriamo già i primi pellegrini a piedi, carichi dei loro zaini. Al pensiero che andranno sino a Santiago mi viene male. Dopo 26 km. scolliniamo Puerto de la Ibaneta (m. 1.057). Il valico è avvolto in una fitta nebbia che ci impedisce la visuale sulla valle sottostante. Raggiungiamo poi Roncisvalle, dove un grosso cartello indica “790 km. a Santiago”. Ci fermiamo per timbrare la “carta di viaggio” e mentre beviamo un caffè facciamo conoscenza con due ciclisti italiani, Maurizio e Massimo, di Varese. Loro, a differenza nostra, hanno le borse da portare. Ripartiamo in discesa ed incomincia una leggera pioggia, che termina quasi subito. Scaliamo l’Alto de Auritzberry (m. 925) e l’Alto de Erro (m. 801), poi la strada scende sino a Pamplona, dove perdiamo quasi un’ora per timbrare la nostra “credencial”. Ci portiamo infine alla periferia della città, dove troviamo un buon albergo. Nel centro città ritorniamo poi per una visita e per la cena.

Domenica 15 aprile, 2ª tappa km. 122 Pamplona – Najera

Sveglia alle ore 7,00, colazione alle 8,00. Questo sarà l’orario di sveglia di tutti i giorni, sino a Santiago. Alle ore 9,00 partiamo e, dopo un breve tratto di superstrada, imbocchiamo il “Camino”. E’ subito salita, sino all’Alto del Perdon (m. 679). Al Puente de la Reina ci fermiamo per qualche foto all’antico ponte e per la timbratura. Ritroviamo i due cicloturisti varesini. Riprendiamo il Cammino e ci fermiamo ad Estelle, dove visitiamo la cittadina e mettiamo il solito “sello”. Dopo pochi chilometri, altra sosta alla fonte del vino, dove due rubinetti, uno di acqua e uno di vino, dissetano i pellegrini. Approfittiamo dell’occasione per visitare una chiesa, una delle poche aperte. Quando ripartiamo un fastidioso vento contrario comincia a farsi sentire e non ci abbandonerà sino alla fine della giornata. A Logrono l’attraversamento urbano è molto caotico, come in tutte le città. Dopo una breve visita, decidiamo di proseguire verso Najera. Siamo purtroppo costretti a percorrere un troncone di 10 chilometri di superstrada. Proprio lungo quel tratto un incidente meccanico mi blocca (foratura) e visto la pericolosità della strada decido di salire sul pulmino guidato da Enrico, arrivando così a Najera senza pedalare. Questa tappa si è fatta sentire, caratterizzata dai continui saliscendi e dal vento contrario.

Lunedì 16 aprile, 3ª tappa km. 95 Najera – Burgos

Il vento è sempre contrario e la strada incomincia a salire verso l’Altopiano della Meseta. Effettuiamo una breve sosta a Santo Domingo della Calzada, interessante cittadina con una bella chiesa. Dopo qualche foto, riprendiamo il nostro itinerario. Il vento non cambia, è sempre contrario. La strada sale sempre, sino al Puerto della Pedraja (m. 1.150), ma prima di raggiungere il passo ci facciamo qualche bocadillos (panini) sapientemente preparati da Enrico, il nostro vivandiere e grande supporter. Quando arriviamo alla cima osserviamo con piacevole sorpresa che il vento ha cambiato direzione: ora soffia a favore. Tanto a favore che gli ultimi 30 chilometri volano. Arriviamo a Burgos alle ore 15,00, accolti da un caldo infernale. Nel tardo pomeriggio tutti in città a visitare la Cattedrale, una cervesa (birra) accompagna le nostre chiacchiere sulla tappa e le opportunità per quella di domani.

Martedì 17 aprile, 4° tappa km 181 Burgos – Mansilla de las Mulas

Si parte al rallentatore. Come tutte le mattine. Il vento spira di traverso ma non disturba la marcia. Attraversiamo alcuni paesini deserti (gli abitanti saranno in casa per il caldo) dove le chiese purtroppo sono sempre chiuse. Il nostro obbiettivo è arrivare a Carrion de los Condes. Alle ore 12,30 ci fermiamo per il solito bocadillos. Ripartiamo con il vento a favore e in un attimo siamo a Carrion, ma, viste le condizioni climatiche e le nostre condizioni atletiche, decidiamo che non ha senso fermarci. Anche perché il vento ci spinge, quindi perché non approfittarne. Così superiamo anche Sahagun. Stiamo attraversando la meseta, in mezzo a campi di cereali verdissimi, ma tra qualche mese ingialliti dal sole. La strada è lievemente ondulata ma non dà fastidio; il vento a favore ci spinge ai 45 orari senza troppa fatica. La tappa si conclude a Mansilla de las Mulas a meno di 20 km. da Leon dopo 181 km. ad una media di 26 km/h senza aver tralasciato quello che c’era da vedere.

Mercoledì 18 aprile, 5ª tappa km. 136 Mansilla de las Mulas – Ponferrada

Colazione misera per le nostre necessità, andatura sempre lenta anche per il traffico che incontriamo all’entrata della città di Leon, che visitiamo. La cattedrale è bellissima. Mentre facciamo qualche foto, ritroviamo Maurizio e Massimo, i due varesini. Il nostro incontro casuale con loro sarà quasi giornaliero. Anche oggi la strada è caratterizzata da un incessante saliscendi, però il vento è ancora favorevole e alle ore 12,00 siamo ad Astorga, suggestiva cittadina che merita una visita. Solito panino e caffè ed escursione nel centro storico, dove si trovano due bellissime chiese. Dopo qualche foto ripartiamo. Ci aspettano la Rabanal del Camino (m. 1.150) e la Cruz de Hierro (m. 1.505), la Cima Coppi dell’intero itinerario. Il paesaggio come per incanto è cambiato: strade poco trafficate, panorami stupendi sulle vallate, le condizioni che tutti i ciclisti sognano. Durante la salita, lunga ma non impegnativa, non tralasciamo i nostri timbri sulla credential. Dalla cima ci attende una lunga discesa di 27 chilometri sino a Ponferrada, nostra sede di tappa. Solita visita alla città, con il Castello dei Templari in fase di ristrutturazione e quattro chiacchere con la nostra cervesa davanti. E chi troviamo? I due varesini, appena arrivati e in cerca di un ostello.

Giovedì 19 aprile, 6ª tappa km. 123 Ponferrada – Portomarin

Tappa turisticamente stupenda con strade senza traffico, continui saliscendi sino a Villafranca del Bierzo, che visitiamo. E’ un paesino molto bello. La chiesa fortunatamente è aperta. Facciamo delle piccole compere (santini vari) e mettiamo il nostro “sello” sulla nostra scheda. All’uscita dal paese la strada incomincia a salire dolcemente. Ritroviamo gli amici varesini che faticano non poco con il loro carico. Percorriamo un po’ di strada assieme, ma quando noi ci fermiamo per un panino e un caffè loro decidono di proseguire. La strada sale sempre dopo aver superato Puerto de Pedrafita do Cebreiro (m. 1.109), e Alto do Cebreiro (m. 1.300), si scende a Linares (m. 1.220) per risalire all’Alto de San Roque(m. 1.270), dove un’immensa statua del pellegrino ci fa da cornice per delle foto. Ma la salita non è finita. Ci attende l’ultimo colle della giornata, il Puerto del Poyo (m. 1.335), poi sino a Sarria 30 chilometri di discesa. A Tricastela si verifica un’altra foratura con cambio del copertoncino. Fortunatamente eravamo in un tratto pianeggiante, altrimenti, con la discesa appena superata, dove si toccava facilmente i 70 km/h, non so come sarebbe andata a finire: si vede che qualcuno guida il nostro cammino. Non troviamo il posto di nostro gradimento e malgrado le condizioni meteo non ideali, molto nuvoloso, decidiamo di proseguire. Dopo qualche chilometro inizia a piovere: prima leggermente, poi molto forte. Ci ripariamo sotto una tettoia della fermata d’autobus. Subito dopo arriva il nostro pulmino. Ne approfittiamo per raggiungere Portomarin, a 10 km., deve pernotteremo. Approfittiamo anche una visita del paesino, piccolo ma bello, facciamo un po’ di shopping e incontriamo alcuni pellegrini con problemi alle gambe. Molti hanno la tendinite. Ma ormai soli 100 km. ci separano da Santiago. Mentre ci rilassiamo arrivano Maurizio e Massimo. Se non è un segno questo… Trovano alloggio all’albergo dove siamo noi e la sera ceniamo assieme.

Venerdì 20 aprile, 7ª tappa km. 97 Portomarin – Santiago de Compostela

Al mattino il tempo non è molto bello: c’è una leggera nebbia e fa freddino. La temperatura non supera i 9° gradi. Si parte ed è subito salita, continui saliscendi caratterizzeranno quest’ultima tappa. L’andatura non decolla. Dopo un’ora esce il sole e la temperatura sale. Il paesaggio è stupendo, le strade poco trafficate. Superiamo gli ultimi due passi, l’Alto San Anton (m. 655)e l’Alto de Rosario (m. 670), poi la strada inizia a scendere. Incrociamo la statale a Palas de Rei. La percorreremo sino a Santiago e anche questa strada sarà caratterizzata da continui saliscendi. Arriviamo alle porte di Santiago, facciamo alcune foto e quando raggiungiamo la Cattedrale sono le ore 14,00. Altre foto di rito e poi via a consegnare le nostre credencial. Ritiriamo la Compostela (meritata) e troviamo, in prossimità del centro storico, quello che risulterà l’albergo migliore di tutto il viaggio. Nel tardo pomeriggio facciamo shopping e cerchiamo un buon ristorante, ce ne sono tanti, non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Sabato 21 aprile

Dopo un’eccellente colazione carichiamo le nostre biciclette sul nostro pulmino, poi in centro per gli ultimi acquisti, in attesa della messa del pellegrino che è alle ore 12,00. Io e Luigi per assicurarci i posti ci portiamo anzitempo nella Cattedrale, prendiamo posto in prima fila, poco prima della messa un gruppo di confratelli sistema il botafumeiro (un grande incensiere) ad una grossa fune e una suora elenca tutti i pellegrini arrivati a Santiago. Quando fa cenno a “cinque pellegrini partiti da Saint Jean Pied de Port” capisco che siamo noi e un nodo in gola mi prende. Alla fine della messa viene letteralmente lanciato il botafumeiro lungo la navata laterale dell’altare con oscillazioni veramente eccezionali: è un rito, ora molto suggestivo, che in passato serviva a togliere l’odore che avevano i pellegrini quando arrivavano a Santiago dopo aver percorso il loro cammino a piedi. Non ci lasciamo scappare la visita a Capo Finisterre, dove si pensava finisse la terra, una scogliera dove fa bella mostra un faro, un posto molto bello che merita di essere visto. Ecco, termina l’avventura, se questa si può chiamare un’avventura. Ci resterà il ricordo dei molti pellegrini incontrati lungo il cammino con i loro zaini e l’andatura non sempre perfetta, i luoghi belli attraversati, i paesi, le città e tutto il fascino che il cammino ti dà.

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