Salah

il sultano di Maspalomas – dalle rive del Piave al Baranco de Tirajana

Lo incontriamo poco dopo il nostro arrivo al Tabaiba Hotel. Anche lui era appena arrivato a Maspalomas, con l’aereo partito da Verona. Era davanti all’entrata, già vestito di tutto punto per la prima uscita, a cavallo di una scalpitante S-Works. Anche noi volevamo farci una sgambatina leggera, come primo giorno di vacanza ciclistica canaria. E ci siamo trovati lì, nemmeno ci fossimo dati appuntamento…

A vederlo, magro, in divisa Eurovelo, occhiali e caschetto, gli avresti dato 25 anni, invece ne aveva quasi il doppio. Come ti chiami? Salah. Ci guardiamo in faccia con l’aria di quelli che non hanno capito bene. Come? Salah! Che nome strano. In realtà si chiamava Jlil, ma, per la difficoltà di spiegarne la pronuncia corretta e dato che di cognome faceva Salaheddine, si faceva chiamare Salah. Parla con marcato accento trevigiano. Infatti viene da Santa Lucia di Piave, vicino a Conegliano, e corre per una squadra di Vittorio Veneto. Si allena spesso nella zona pedemontana fra le province di Treviso e Belluno, che a volte nasconde asperità non indifferenti. Da Santa Lucia di Piave a Santa Lucia de Tirajana, il passo non è breve, ma Salah non sembra uno che si faccia tanti problemi.

E’ qui da solo, per allenarsi, approfittando della settimana di chiusura del ristorante in cui lavora. Brutto segno, questo. Se uno viene da solo alle Canarie per allenarsi… E infatti non ci mettiamo molto a scoprire che va come una scheggia, sia sul piano che in salita. Però è molto disponibile, forse perché prova un po’ di tenerezza verso di noi, che, vicino a lui, sembriamo dei vecchietti. Viene spesso con noi, gli piace far gruppo, ma quando la strada accenna a salire, lo vedi che se ne va, quasi senza sforzo. Poi, però, in cima si ferma ad aspettarci. Come fanno i galantuomini.

Al ristorante lo invitiamo a venire al nostro tavolo, così possiamo fare quattro chiacchiere, mentre mangiamo. In realtà è quasi sempre lui che c’intrattiene, perché noi siamo più intenti a mangiare, che a parlare. Anche lui mangia, ma pochissimo, soprattutto verdura e frutta, pochi carboidrati, quasi niente carne. Ecco perché si mantiene così bello asciutto. Dovremmo fare così anche noi, ma è francamente difficile al Tabaiba Hotel, con tutto quel ben di Dio a disposizione. Inoltre, Salah se ne intende di bici, si vede che non è solo un semplice corridore, e ci dispensa di suggerimenti e consigli.

Grazie, Salah, per la compagnia e la disponibilità. Speriamo di vederci ancora, da qualche parte, in Veneto o alle Canarie, chissà…