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RIEVOCAZIONE PARTENZA 1° GIRO D’ITALIA

17 maggio 2009

Cronaca di una giornata indimenticabile

di Danilo Fullin

L’appuntamento era per le 2.30 della notte fra sabato 16 e domenica 17 maggio 2009, in piazzale Loreto. L’idea, lanciata da Fermo Rigamonti, era di celebrare il centenario della partenza del 1° Giro d’Italia, radunando lo stesso numero ciclisti (127) e facendoli partire alla stessa ora (2.53) dallo stesso luogo (piazzale Loreto, Milano), possibilmente con una bici d’epoca. Era un invito che non si poteva rifiutare, e anche l’occasione per far fare un giretto alla mia Bianchi vecchia di quarant’anni.

La sera preparo tutto e punto la sveglia alle 2 meno un quarto, cercando di dormire qualche ora. La tensione è tanta: mi sveglio e mi addormento più volte: mezzanotte, mezzanotte e mezzo, l’una. Mi riaddormento di nuovo. Ma qualcosa non funziona; la sveglia non squilla all’ora prevista. A un certo punto apro gli occhi e guardo l’ora: le 2.25! Disperazione. Mi maledico per l’occasione della vita che sto perdendo. Ma non mi arrendo: mi sparo fuori dal letto e alla velocità della luce riesco a sistemarmi e a salire in auto. Mentre viaggio verso Milano ad andatura da ritiro patente immediato, cerco di non guardare l’orologio. Non so come, ma alle 3 meno un quarto sono in piazzale Loreto: un vero miracolo.

Mi accoglie con impazienza l’amico Capellani, che è in giro in bici fin già dal mattino: con altri scatenati ha iniziato le celebrazioni facendo il giro dei paesi natali di alcuni dei primi protagonisti milanesi del Giro. Trafelato, riesco a farmi dare il mio pettorale: è il numero 104; finalmente posso tirare un sospiro di sollievo: ce l’ho fatta per un pelo… Noto con emozione che alcuni pettorali hanno stampati accanto ai numeri anche i nomi dei corridori che li avevano portati cento anni fa: Galetti, Petit Breton, Ganna, Gerbi, Pavesi. Non c’è che dire: una bella compagnia.

Finalmente si parte. In viale Monza, nonostante l’ora, c’è ancora traffico, ma, appena fuori Milano, scivoliamo silenziosi nella notte brianzola: Carate, Giussano, Arosio, Mariano, Bregnano, Appiano Gentile. Ogni tanto qualcuno fa una sosta, ogni tanto qualcuno cade, ma tutti alla fine si aspettano. Alcuni cavalcano bici d’epoca, lo rivela il sibilo dei tubolari che mordono l’asfalto: speriamo che resistano… L’alba limpida ci viene incontro mentre entriamo nella provincia di Varese: la giornata sarà splendida. Spegniamo le luci.

Il ristoro arriva come una benedizione, ma non abbiamo molto tempo. Ecco la casa natale di Ganna, primo vincitore del Giro, a Induno Olona: doverosa visita di rito, poi via di nuovo verso Milano, a tutta manetta. Ogni tanto sento la ruota anteriore che ancheggia: mi devo fermare più volte per stringere un raggio e vedo che anche altri compagni d’avventura hanno problemi con le loro bici. Ma l’assistenza non c’è e bisogna arrangiarsi. Ci si aiuta a vicenda e per fortuna tutto si risolve per il meglio.

Prima di arrivare alle porte di Milano, ci viene incontro un’auto della carovana del Giro, che ci farà da apripista fino all’arrivo in piazza Castello. Poi ecco anche Delmati in moto: chi nel gruppo se ne accorge, si mette davanti per farsi fotografare meglio. Da via Gallarate all’Arena è un tripudio: le bici sembrano volare; nonostante i quasi 170 chilometri percorsi, hanno dimenticato i loro guai e funzionano a meraviglia. All’arrivo ci infiliamo, stanchi ma felici, nella festa del Giro, che nel pomeriggio ha in programma la tappa.

Alla fine ci salutiamo, a malincuore, perché vorremmo che questa straordinaria avventura non finisse qui. Ma ci attende anche un meritato riposo; soprattutto per Capellani, che manca dal letto di casa dall’alba di sabato… Ci lasciamo con la consapevolezza che una cosa del genere non sarà più possibile ripeterla. Davvero una giornata indimenticabile.

Partenza

Partenza

Ristoro Induno Olona


casa di Ganna

Corso Sempione

Corso Sempione